di Padre A M Tannoia Istituto Tecnico Economico e Tecnologico di Corato
Corato Attualità
letto: 655 volte 10 dicembre 2019 Non raggiunti il minimo di 3 voti.
Si è tenuto nei giorni scorsi il secondo incontro per l’orientamento in entrata dell’ITET “Tannoia” di Corato, dedicato alla figura del geometra, organizzato dal prof. Giuseppe Barbone, con la collaborazione essenziale, e come sempre svolta dietro le quinte, della vicepreside prof.ssa Rosanna Falco e del collaboratore del dirigente, prof. Franco Bruni. Ma la serata è speciale anche per altro: è stato infatti inaugurato, alla presenza del Dirigente degli Uffici Scolastici Provinciali di Bari e Brindisi, Giuseppina Lotito, e con la benedizione sacerdotale, il nuovo laboratorio dell’Indirizzo Ambiente, Costruzioni e Territorio.
Si comincia. Introduce la giornalista Marianna Lotito di Coratolive, moderatrice della serata, che chiede alla preside prof.ssa Nunzia Tarantini cosa abbia portato a suo tempo la scuola ad aggiungere questo Indirizzo di studi nella sua offerta formativa.
Il Dirigente scolastico prof.ssa Nunzia Tarantini: “Benvenuti a tutti i nostri ospiti, al bio-architetto Mariastefania Bianco, al Presidente del Collegio dei geometri laureati Angelo Addante, al dott. Cosimo Gadaleta titolare della “Gadaleta Building”. Siamo al secondo dei nostri incontri voluti per offrire agli studenti che sono già nella scuola, e a quanti vorrebbero entrarvi, un ‘opportunità di approfondire i profili delle figure professionali che stanno o si apprestano a studiare, e i possibili sbocchi lavorativi o di studio. Il Tannoia era ed è conosciuto sul territorio come la scuola dei ragionieri, una scuola economica. La scelta di introdurre l’Indirizzo Ambiente, Costruzioni e Territorio deriva dal fatto che molti studenti coratini, ruvesi e terlizzesi, dovevano spostarsi a Barletta o a Molfetta. Sono già 7 anni che è attivo. Inoltre sappiamo che la tutela dell’ambiente e del paesaggio riguarda un po’ tutti i settori di attività e la figura del geometra è strategica in questo senso, e noi del Tannoia siamo stati sempre sensibili alle tematiche di attualità e di interesse collettivo. Siamo una scuola di filiera formativa dove gli studenti godono della possibilità di contaminazione dei vari Indirizzi che possono tra loro poiché ci sono interessi e contenuti che sono contigui tra i vari insegnamenti, come tra Agraria, Geometri, Ragionieri, e averli tutti e tre insieme nella stessa scuola è sicuramente un’opportunità per chi frequenta il nostro Istituto. Il prossimo incontro, il 10 sarà proprio dedicato all’Indirizzo di Agraria che è al terzo anno”.
Marianna Lotito: “Tra poco giungerà qui il Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale la cui presenza è giustificata anche dalla inaugurazione del nuovo laboratorio. Chiedo alla preside di spiegarci di cosa si tratta”.
Il Dirigente scolastico prof.ssa Nunzia Tarantini: “Un anno mezzo fa abbiamo partecipato al bando per i finanziamenti FESR resi disponibili dal Ministero e abbiamo progettato un laboratorio esclusivamente dedicato a questo indirizzo, che inaugureremo al termine dell’incontro di questa sera. E ci avvarremo della presenza di don Francesco, mio carissimo ex alunno, che darà anche un valore simbolico alla inaugurazione. Grazie don Francesco”.
Marianna Lotito: “Tra le cose belle di questa scuola c’è il fatto che basta fare solo pochi centinaia di metri in città per ritrovarsi fra gli ex alunni del “Tannoia”. Ora con i nostri relatori cercheremo di capire cosa significa essere oggi un geometra. Stasera sono presenti tre figure impegnate professionalmente in maniera diversa ma tutte e tre legate alla figura del geometra. Iniziamo con Addante, che ha un ruolo istituzionale di rappresentanza sul territorio come presidente del Collegio geometri e geometri laureati di Bar. Gli chiedo: come si è evoluta la figura professionale del geometra?”
Angelo Addante: “Molti nostri colleghi hanno acquisito una laurea, e continuano a essere iscritti al nostro Ordine: ciò ci ha portati a ridefinire l’Ordine stesso. Io mi sono diplomato nel 1985 a un Istituto Tecnico di Bari e il mio titolo di studio non è in alcun modo diverso da quello che conseguirà un ragazzo nel 2020. Io sono un libero professionista, vivo di questo mestiere da trent’anni. Tengo subito a dire che i ragazzi che si diplomano al CAT possono fare questa scelta, oltre che quella di un qualsiasi Corso di laurea, triennale o magistrale. In Italia siamo circa 95mila, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta, e rappresentiamo la conoscenza del territorio. Sappiamo tutto del territorio in cui viviamo, tutte le loro trasformazioni, come quelle che si sono avute, profondissime, negli ultimi 50 anni. E nel tempo anche abbiamo saputo trasformarci. Oggi la nostra professione è molto più poliedrica di 50 anni fa, io mi occupo di progettazione e un po’ di catasto, ma non mi occupo di efficientamento energetico, non mi occupo di rilievi topografici, né di tante altre discipline che caratterizzano oggi l’attività del geometra. E noi siamo sempre stati una categoria professionale capace di cambiare assieme ai cambiamenti economici e tecnologici, e ciò grazie alla nostra conoscenza del territorio. Proprio la nostra presenza sul territorio obbliga a formarci e informarci continuamente, anzi va detto che siamo stati la prima categoria professionale a introdurre l’obbligo di formazione per i suoi iscritti. Dopo il diploma e l’abilitazione, che dura 18 mesi, posso iscrivermi all’Albo. Poi c’è la fase del praticantato presso i gli studi professionali nelle imprese nei quali si attua il passaggio culturale, storico e metodologico. Noi cerchiamo di garantire questo passaggio attraverso l’alternanza scuola-lavoro, per cercare di eliminare il gap tra ciò che la scuola insegna, o l’università insegna, e la professione concreta. Noi geometri non abbiamo un percorso di laurea specializzante, e perciò abbiamo presentato una proposta di legge per un percorso di laurea abilitante triennale, in modo da superare il percorso di 5 anni di laurea più 2 di praticantato per iscriversi poi all’Albo. Attraverso l’esperienza dell’alternanza abbiamo collocato ragazzi di 19 anni, appena usciti dalla scuola, con contratti seppure a tempo determinato presso uffici professionali, presso le imprese di costruzioni, e presso l’Agenzia del Demanio, perché c’è una forte richiesta di tecnici”.
Marianna Lotito: “Parlavamo della necessità di una continuità di percorso tra formazione, studi professionali e imprese. Per questa ragione ascolteremo ora l’intervento del dott. Cosimo Gadaleta, imprenditore dell’edilizia. In che maniera la sua impresa innesta al suo interno la figura del geometra?”
Cosimo Gadaleta titolare della “Gadaleta Building” per l’edilizia sostenibile” di Molfetta: “Vorrei innanzitutto mostrarvi attraverso un video che cosa sta attraversando il settore delle costruzioni. Chi è la figura centrale nel mondo delle costruzioni. Partiamo da un brand storico italiano, il marchio Ferrari fondato nel 1958. [Il video mostra il lavoro dei meccanici Ferrari durante un pit stop in una gara, che con una mazzuola colpiscono le ruote dell’auto per smontarne gli penumatici, passano dell’acqua al pilota, riforniscono l’auto di carburante, puliscono il lunotto, e intanto trascorrono lunghi minuti, e finalmente la macchina riparte]. Questo accadeva a Indianapolis nel 1950: tempo impiegato circa 80 secondi, risorse umane contenute, 10 tecnici, suddivisione dei compiti confusa, tecnologia limitata. Ecco lo sterzo della Ferrari di Alan Prost nel 1988: già iniziamo a notare una forma ergonomica diversa dello sterzo e la presenza di pulsanti. Questo è lo sterzo di una Ferrari del 2018, sembra il computer di un’astronave: c’è anche il pulsante che consente al pilota di bere l’acqua senza usare le mani. Questo è il cambio-gomme di una Ferrari in una gara in Giappone del 2015: i meccanici si preparano e in alto sulla destra c’è una persona il cui compito è solo quello di osservare e controllare, ognuno ha il suo ruolo, attendono concentrati ed ecco che l’auto arriva: e riparte subito. Tempo impiegato 1 secondo e 85, risorse umane 24 tecnici, suddivisione dei compiti organizzata, tecnologia attuale. Il tempo impiegato per le medesime operazioni è stato ridotto fra il 1950 e il 2015 di ben diciotto volte. Questa è l’evoluzione del processo produttivo italiano negli ultimi decenni. Che cosa è cambiato? Le tecnologie disponibili, i materiali, le tecniche costruttive, gli operatori coinvolti, la formazione degli operatori, la necessità di figure specialistiche, le leggi e le normative subentrate, le esigenze della committenza, l’economia di sistema. Che cosa non è cambiato? Occorre capire che per ottenere un prodotto finale eccellente, con il minor costo possibile e un processo produttivo rapido, tutti gli attori della filiera del mondo delle costruzioni, dell’edilizia devono interagire fra di loro, il geometra, l’impresa edile, l’architetto, l’impiantista, il committente, le maestranze, c’è bisogno di una progettazione integrata e di fare rete. Nel nostro settore tutto ciò sta avvenendo in maniera molto rapida e noi non siamo ancora pronti. In Italia sta avvenendo un rapido cambiamento climatico. Il 40% delle emissioni nell’aria è prodotto dal nostro settore. E noi siamo obbligati per dovere morale e per obbligo di legge a intervenire. Tra un anno entrerà in vigore l’obbligo di costruire edifici ZEB, edifici a energia zero, che non utilizzano il gas e non producono quindi anidride carbonica, hanno un perfetto isolamento termico e acustico e permettono di avere in casa una temperatura costante utilizzando esclusivamente fonti energetiche rinnovabili. Noi utilizziamo impianti fotovoltaici a energia solare, impianti solari termici per la produzione dell’acqua calda, recuperiamo l’acqua piovana che viene utilizzata negli scarichi dei water, puntando a ottenere per i committenti un bassissimo costo in bolletta e un comfort interno molto alto. Oggi gli edifici devono essere completamente isolati anche dall’esterno e noi abbiamo introdotto un sistema di ventilazione meccanica controllata, che in casa aspira l’aria viziata e immette aria pulita negli ambienti, con una temperatura ideale, e un risparmio molto interessante nel consumo di energia elettrica perché il nostro impianto fotovoltaico in una giornata di sole produce, e noi anche dall’esterno, una volta usciti di casa, piuttosto che cedere l’energia all’ENEL per pochi centesimi, possiamo metterlo in moto col nostro cellulare, col risultato che la nostra casa verrà portata a temperatura e non avremo utilizzato corrente elettrica. Altra soluzione. In una giornata di sole e il nostro impianto sta producendo energia. Noi la immagazziniamo in una batteria di alluminio per poi utilizzarla in serata quando rientreremo in casa. Questo è il futuro. Un futuro immediato, fra un anno diventeranno obbligatori gli edifici a energia zero, e quelli pubblici già devono essere edifici ZEB. In questa situazione il geometra ha a disposizione strumenti incredibili per svolgere una professione che è in continua evoluzione: i rilievi in cantiere oggi si fanno con il GPS che in tempo reale, con una precisione altissima, trasmette i dati in studio al geometra che può elaborarli nell’immediatezza. In questo momento, a pochi chilometri di distanza da qui, ci sono dei giovani che con un visore di realtà aumentata progettano e realizzano gli edifici per il prossimo anno. La formazione scolastica deve essere perciò innovativa perché gli edifici di futura realizzazione sono edifici intelligenti, che interagiscono con l’esterno, ricevono e trasmettono informazioni, e devono essere cablati in fibra ottica già dal 2015 per legge, ma quasi nessuno lo è. Il futuro ruolo del geometra, inoltre, si rivolge anche al recupero del patrimonio edilizio esistente che necessitano di ammodernamento degli impianti, di efficientamento energetico, perché chi vi abita possa usufruire di un elevato comfort interno, di un risparmio, e delle previste agevolazioni finanziarie ed economiche. Nella mia azienda il dipendente più anziano ha 50 anni, e c’è la necessità di ruoli specifici legati all’utilizzo delle moderne tecnologie e del computer, ma ci sono tanti altri sbocchi occupazionali, un geometra deve sapere usare benissimo i programmi di grafica perché nel progetto non c’è bisogno solo dei rilievi ma anche di tutta una seria di attività collegate, dal rendering al marketing immobiliare. Oggi è difficile trovare un tecnico che sappia realizzare un render di qualità eccellente. Credo che con il cambiamento climatico in atto il nostro settore tornerà ad essere il volano trainante della nostra economia. Ora con un altro video vi mostro cosa facciamo nella mia azienda”. [Parte il video].
Marianna Lotito: “Abbiamo visto quanto sia cambiata la figura del geometra, e per concludere racconteremo una storia, quella del bio-architetto, Mariastefania Bianco a cui chiediamo di spiegarci cosa fa un bio-architetto e perché la sua è una storia che vale la pena di raccontare”.
Mariastefania Bianco titolare di “Madeinterra” di Conversano: “Mi occupo di bio-architettura, cioè quella disciplina che si occupa delle costruzioni ma nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Oggi qualsiasi cosa riusciamo a realizzare dobbiamo fare in modo che sia una risorsa non solo per noi ma per i figli e per i figli dei figli, con molta attenzione a non consumare e a non esaurire le risorse che la natura ci offre. Il mio percorso formativo è iniziato tra i banchi di un Istituto per Geometri. E ne sono molto orgogliosa perché mi ha dato la capacità di ‘mettere le mani in pasta’, e infatti io oggi sono architetto ma anche primo operaio di cantiere. E mi piace anche molto insegnare questo atteggiamento a chiunque vogli imparare, dagli studenti ai professionisti che sono in continuo aggiornamento. Per questo insegno in corsi di formazione dove utilizzo il metodo informale dell’imparare facendo. Oggi vi mostrerò l’attività di una azienda che si occupa di bio-edilizia e eco-design, nata 5 anni fa il Ministero dello sviluppo economico ha finanziato come start-up, grazie all’alto contenuto bio-tecnologico della sua attività. All’interno di quest’azienda abbiamo innescato una economia circolare riutilizzando per l’edilizia gli scarti in agricoltura. Ciò ci permette di abbattere i costi e a consumare minori risorse e a utilizzare materiali efficienti dal punto di vista energetico, per esempio la paglia come materiale isolante. Io dico sempre che non ho inventato nulla, ho soltanto ripreso ciò che il tempo ha dimenticato, partendo dall’essenza della materia che diventa materiale. E questo ci permette di avere edifici che non solo sono a basso impatto ambientale, compatibili, dove ogni materiale impiegato torna a essere materia prima o seconda ma ci permette di avere anche una qualità elevata dell’abitare. Ho portato una breve clip per mostrarvi come opera la mia azienda, e come i nostri cantieri ospitano gli studenti diventando cantieri-scuola”. [Parte il video].
La conclusione dell’incontro-convegno, nelle parole del Dirigente degli Uffici scolastici provinciali di Bari e di Brindisi, Giuseppina Lotito: “L’Ufficio scolastico regionale attribuisce grande importanza all’Indirizzo CAT, per le sue caratteristiche intrinseche che sono state qui approfondite e per le grandi potenzialità che riveste a favore della occupazione per i giovani. L’opinione pubblica sottovaluta un po’ le problematiche relative alla protezione del suolo, all’architettura biologicamente compatibile, che richiedono una preparazione di elevata qualità. Ed è anche per questo motivo che seguiamo con grande interesse lo sviluppo di questo Indirizzo così importante e pieno di prospettive”.
La serata è poi continuata con l’inaugurazione del nuovo laboratorio dell’Indirizzo Costruzioni, , Ambiente e Territorio, benedetto da don Francesco della Chiesa Matrice di Corato. Durante la visita degli ambienti attrezzati gli studenti hanno spiegato alle Autorità presenti e agli ospiti il funzionamento delle varie strumentazioni acquisite. Infine i saluti dopo un piccolo rinfresco.